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Gli interventi di Villa Bella Clinic
La liposcultura permette di rimuovere accumuli di adipe localizzati e resistenti alla dieta in varie aree corporee (all’interno ed all’esterno delle cosce, sui glutei, sui fianchi, nell’addome, nelle ginocchia, nei polpacci, nelle caviglie, nel collo, ecc.) L’intervento viene effettuato attraverso piccolissime incisioni cutanee con l’ausilio di apposite cannule molto sottili, attraverso le quali il grasso viene aspirato. Se fosse necessario, una piccola parte del tessuto adiposo asportato potrebbe essere trapiantato in zone carenti.
Dopo l’ intervento é normale che l’area trattata si gonfi: questo edema si risolve spontaneamente in poco tempo. Per ridurre questo fenomeno è necessario indossare continuativamente per i primi 15 gg una guaina elastica che lo contrasti e aiuti i tegumenti a riposizionarsi correttamente.
Spesso si gonfiano anche le zone sottostanti alle aree trattate (ad es. le caviglie, se é stata effettuata una liposuzione alle cosce o ai ginocchi); pertanto é conveniente indossare dei collant elastici, che controbilanciano la compressione esercitata in alto dalla guaina, anche durante la notte. Dopo l’ intervento é normale che nella zona trattata compaiano lividi (ecchimosi) e finché sono presenti è opportuno non esporre l’area interessata ad ultravioletti (niente sole, né lampade).
In rari casi è possibile che si presentino le complicazioni comuni ad ogni intervento chirurgico (ematomi, infezioni, difficoltà nella guarigione delle ferite, ecc.).
Questo intervento permette di innestare il proprio grasso, prelevato da zone del corpo dove è più facile trovarne in eccesso (addome, fianchi, cosce, ginocchia ) in altre dove invece manca per ragioni congenite o per l’avanzare dell’età (ad esempio nel viso), oppure perché ne è stato tolto troppo con una liposuzione. La procedura consiste nell’aspirare il grasso dall’area donatrice con cannule molto fini, trattarlo adeguatamente, in modo da selezionarne la parte vitale, che più facilmente potrà attecchire ed infine iniettare quest’ultima nelle zone prescelte.
E’ normale che dopo questo piccolo intervento si presentino alcuni “disagi” (indolenzimento locale, gonfiore, lividi) che generalmente si risolvono in pochi giorni.
Il principale inconveniente di questo intervento è che una parte o, raramente, la totalità del grasso innestato può “riassorbirsi”; in questi casi è possibile ripetere l’intervento dopo alcuni mesi per reintegrare la frazione non attecchita. Talvolta può succedere che il grasso trapiantato, specie se distribuito troppo superficialmente, provochi la comparsa di micro-cisti, facilmente eliminabili con un trattamento medico o con un piccolo intervento.
Questo intervento permette di rimettere in tensione, sollevandoli, i tessuti molli della coscia interna che, a causa dell’invecchiamento o di un dimagrimento importante hanno perso tono ed elasticità, scivolando verso il basso. A tale scopo la pelle ed i tessuti sottostanti vengono dapprima scollati e poi riposizionati, asportandone infine l’eccesso. Residuerà una cicatrice lungo la piega inguinale, che di solito con essa si confonde. Talvolta è necessario aggiungere anche un’incisione (e quindi una cicatrice) verticale, di solito comunque poco evidente.
E’ necessario essere consapevoli che, in ogni caso, non è possibile restituire appieno il turgore e la compattezza che i tessuti hanno nella giovinezza.
Dopo l’ intervento é normale che l’ area trattata si gonfi; la maggior parte di questo edema si riassorbe nei primi 15 giorni e di solito scompare completamente entro pochi mesi. Per ridurre questo fenomeno è necessario indossare per i primi 15 giorni dopo l’intervento una guaina ed un collant elastico, che aiutano anche i tegumenti a riposizionarsi correttamente. Dopo l’intervento é normale che nella zona trattata compaiano ecchimosi (lividi), che hanno la tendenza a migrare verso il basso e sul pube. Esse scompaiono di solito in poche settimane, ma, finché sono presenti, é opportuno non esporre l’ area interessata ad ultravioletti (niente sole, né lampade), per non correre il rischio che si fissino nella pelle per un tempo molto più lungo. E’ necessario cercare di tenere ben pulita e disinfettata la cicatrice, che è localizzata in fondo ad una piega ed avrebbe quindi tendenza a macerare. Di solito, la sensibilità della zona operata resta alterata per un periodo variabile mediamente fra i 3 e i 6 mesi.
La qualità delle cicatrici è normalmente molto buona , ma in alcuni casi può anche essere scadente, a causa di problemi insiti nella stessa pelle o per fenomeni irritativi. Di solito le cicatrici restano collocate nel solco inguinale e sono quindi facilmente nascoste dallo slip o dal costume, ma possono anche spostarsi un po’verso il basso, divenendo quindi più visibili. Ovviamente il chirurgo farà tutto ciò che è possibile per bloccare la cicatrice nella sede corretta. Poiché la zona inguinale è continuamente sottoposta a tensione, la cicatrice può a volte allargarsi (diastasi). Talvolta la guarigione delle ferite, subisce dei ritardi a causa di punti di sutura profondi che tendono a riaffiorare o di fenomeni necrotici dovuti a stiramento del lembo, per il cui trattamento è necessario sottoporsi ad ulteriori controlli ed applicare particolari pomate.
Questo intervento permette di rimettere in tensione i tessuti molli del braccio, asportando la pelle ed il grasso in eccesso. Spesso viene eseguito in abbinamento ad una liposcultura. Qualche volta è possibile limitare la resezione cutaneo-adiposa alla zona ascellare, ma assai più frequentemente è necessario estenderla sino al gomito, con una cicatrice, quindi, molto meno nascosta. Bisogna essere consapevoli che tale operazione non può però restituire la compattezza e l’elasticità che i tessuti hanno di solito nella giovinezza.
Dopo l’ intervento é normale che il braccio si gonfi moderatamente; questo edema si risolve di solito completamente entro poche settimane.
Nella zona trattata talvolta compaiono anche ecchimosi (lividi), che si riassorbono generalmente in poche settimane; finché sono presenti é opportuno non sottoporre l’area interessata ad ultravioletti (niente sole, né lampade), per non correre il rischio che si fissino nella pelle per un tempo molto lungo. Per evitare che le cicatrici tendano ad allargarsi o ad ispessirsi conviene ridurre al minimo la tensione applicata sui bordi delle ferite limitando al minimo i movimenti del braccio. A tale scopo in casi particolari può essere conveniente operare le braccia in due sessioni diverse, distanziate di due settimane l’una dall’altra.
Come detto sopra, generalmente la cicatrice lasciata da questo intervento percorre il braccio dall’ascella al gomito, mentre più di rado è limitata all’ascella. Di solito è di buona qualità, ma a volte, a causa di una particolare reattività individuale, può aumentare di consistenza e di spessore (cicatrici ipertrofiche o cheloidee) e/o allargarsi; in questi casi può essere necessario effettuare infiltrazioni con antinfiammatori specifici e applicare particolari cerotti. In casi estremi occorre un ritocco chirurgico.
Anche nell’area addominale la liposcultura permette di ridurre lo spessore eccessivo del pannicolo adiposo sottocutaneo. Attraverso piccole incisioni vengono inserite apposite cannule mediante le quali il grasso in eccesso viene asportato e/o modellato. Occorre sottolineare che se è presente anche un rilassamento della muscolatura e/o della pelle la sola liposcultura non è sufficiente a risolvere il problema e bisogna ricorrere ad una dermolipectomia o ad una addominoplastica.
Dopo l’ intervento é normale che l’area trattata si gonfi, ma la maggior parte di questo edema si risolve in maniera spontanea in poco tempo. Per una/due settimane è necessario indossare una guaina elastica, che con la sua azione compressiva contrasta la raccolta di liquidi e aiuta i tegumenti a riposizionarsi.
Anche le zone sottostanti a quelle trattate tendono a gonfiarsi ed è pertanto conveniente indossare dei collant elastici, che completano la compressione esercitata in alto dalla guaina, esercitando anche un’azione preventiva nei confronti delle flebiti. Dopo l’ intervento é normale che compaiano anche lividi (ecchimosi): finché sono presenti è opportuno non esporre l’area interessata ai raggi ultravioletti (niente sole, né lampade).
In rari casi si presentano delle complicazioni, che sono sovrapponibili a quelle possibili dopo ogni intervento chirurgico: ematomi (raccolte di sangue), sieromi (raccolte di liquidi organici), infezioni, alterazioni della sensibilità, ritardo nella guarigione delle ferite, ecc.
La dermolipectomia permette di eliminare il rilassamento cutaneo e l’eccesso di tessuto adiposo nell’area compresa fra l’ombelico e il pube. Non comporta ampi scollamenti o cicatrici ombelicali ed il recupero postoperatorio è rapido. Generalmente è complementare alla liposcultura.
E’normale che il decorso postoperatorio di questo intervento sia caratterizzato da alcuni “disagi” (lieve indolenzimento locale, gonfiore, necessità di eseguire medicazioni, ecc.)
Nella zona trattata possono comparire lividi (ecchimosi), che hanno la tendenza a migrare verso il basso, quindi sul pube e nella parte alta delle cosce. Generalmente essi scompaiono nel giro di breve tempo.
Anche in seguito a questa operazione, seppur molto raramente, si possono presentare le complicazioni comuni ad ogni intervento chirurgico (ematomi, sieromi, infezioni, difficoltà nella guarigione delle ferite, ecc.). Di solito la qualità delle cicatrici è buona, ma in rari casi può anche essere scadente a causa di problemi insiti nella stessa pelle o di fenomeni irritativi.
Questo intervento permette di rimettere in tensione i tessuti molli dell’addome (cute e grasso), eliminandone l’eccesso, e di ricostruire e rinforzare la parete muscolare. Esistono vari tipi di intervento, con diverse indicazioni a seconda della gravità del problema, che possono lasciare esiti che vanno da una breve cicatrice sovrapubica con spostamento dell’ombelico verso il basso, fino ad una cicatrice che raggiunge e talvolta oltrepassa le creste iliache, abbinata ad un’altra intorno all’ombelico.
Dopo l’ intervento è opportuno indossare per almeno un paio di settimane una guaina addominale e dei collant elasticizzati a compressione graduata. E’altresì indispensabile una terapia post-operatoria con antibiotici e eparina. E’normale che il decorso postoperatorio di questo intervento sia caratterizzato da alcuni “disagi” (indolenzimento locale, gonfiore, necessità di eseguire medicazioni, ecc.)
Nella zona trattata possono comparire lividi (ecchimosi), che hanno la tendenza a migrare verso il basso, quindi sul pube e nella parte alta delle cosce. Generalmente essi scompaiono nel giro di breve tempo.
In rari casi è possibile che si presentino complicazioni: si tratta di quelle comuni ad ogni intervento chirurgico (ematomi, infezioni, difficoltà nella guarigione delle ferite, ecc.) e di altre più specifiche (sieromi, flebiti, trombo-embolie, ecc). Di solito la qualità delle cicatrici è molto buona, ma in rari casi può anche essere scadente, a causa di problemi insiti nella stessa pelle o per fenomeni vascolari o irritativi. Talvolta esse hanno tendenza ad allargarsi o ad ispessirsi, poiché la zona addominale è continuamente sottoposta a tensione. Se ciò accade può rendersi necessario effettuare un ritocco dopo alcuni mesi.
La mastoplastica additiva è l’intervento più richiesto nell’ambito della chirurgia estetica delle mammelle. Con l’inserimento di una protesi è possibile aumentare stabilmente il volume di mammelle piccole o “riempire” mammelle svuotate dopo un dimagrimento o una gravidanza.
A seconda delle preferenze individuali, delle dimensioni e della pigmentazione dell’areola e di altri fattori soggettivi, l’incisione necessaria a far passare le protesi attraverso la pelle può essere effettuata lungo il bordo dell’areola stessa, oppure nel solco sotto alla mammella o nel cavo ascellare.
Le protesi possono essere inserite in una tasca ricavata sotto la ghiandola, se il tessuto di copertura presente è adeguato, mentre devono essere collocate sotto il muscolo gran pettorale se è scarso lo spessore di ghiandola e pannicolo adiposo.
Dopo la dimissione é necessario seguire scrupolosamente le istruzioni date dal medico e sottoporsi a medicazioni e a controlli sino alla completa guarigione. Il dolore postoperatorio è di norma ben tollerato ricorrendo, quando necessario, all’assunzione di analgesici. Se la protesi è posizionata dietro al muscolo, nei primi dieci giorni dopo l’intervento bisogna limitare i movimenti che possono mettere in eccessiva tensione il pettorale (guidare, sollevare pesi, ecc). Talvolta si presentano ecchimosi (lividi), che hanno tendenza a migrare verso il basso, ma che scompaiono nel giro di poco tempo. Il gonfiore si riassorbe generalmente entro un mese.
Le possibili complicazioni
Anche in seguito a questo intervento possono manifestarsi le complicazioni comuni ad ogni operazione chirurgica (ematomi, infezioni, cicatrici di cattiva qualità, ecc). Inoltre in alcuni casi la protesi può alloggiarsi in una posizione non corretta (troppo in alto o in basso o lateralmente o verso il centro) e diventa quindi necessario rimetterla al suo posto. Un’altra complicazione specifica della mastoplastica additiva è la contrattura capsulare. Normalmente attorno alla protesi si forma un involucro di tessuto fibroso che generalmente è sottile e flessibile. Tuttavia può accadere che esso si ispessisca e si contragga, comprimendo la protesi e rendendola più o meno dura ed immobile. Nella nostra casistica tale fenomeno si manifesta con un’incidenza di circa l’1%. La contrattura capsulare può iniziare in qualsiasi momento, anche a distanza di anni, ma più frequentemente si manifesta nei primi mesi dopo l’ intervento e, di solito, da un solo lato. Per trattare e risolvere questo problema, nelle forme lievi e iniziali a volte è sufficiente una decisa compressione esterna accompagnata da una terapia farmacologia, senza bisogno di intervenire chirurgicamente. Nei casi di contrattura capsulare più grave è necessario ricorrere invece ad una nuova operazione, che prevede di incidere e/o asportare la capsula troppo stretta e spessa.
La mastoplastica riduttiva ha lo scopo di rimpicciolire e rimodellare le mammelle di grosse dimensioni. Questo intervento determina la comparsa di due cicatrici cutanee; una attorno all’areola ed una verticale dall’areola sino alla base della mammella. In molti casi è necessario aggiungere un’ulteriore cicatrice lungo il solco inframammario. Questa operazione permette di eliminare, insieme al volume ed al peso eccessivi delle mammelle, anche i sintomi ad essi correlati, come il mal di schiena, l’irritazione cutanea dove il petto si appoggia sul torace ed il solco creato dallo spallino del reggiseno.
Dopo l’intervento è normale che la sensibilità dell’ areola e del capezzolo diminuisca, ma nella maggior parte dei casi essa torna normale dopo alcuni mesi. La funzione dell’allattamento invece talvolta non è conservata (dipende dal tipo di operazione). Il risultato estetico dell’ intervento potrebbe essere compromesso, almeno parzialmente, da una successiva gravidanza. Dopo la dimissione é necessario seguire scrupolosamente le istruzioni date dal medico e sottoporsi a medicazioni e controlli sino alla completa guarigione.
Generalmente la qualità delle cicatrici è ottima, anche se talvolta, a causa di una particolare reattività individuale, possono aumentare di consistenza e di spessore (cicatrici ipertrofiche o cheloidee) e/o allargarsi. Nella rara eventualità in cui esitassero cicatrici di qualità scadente o piccole asimmetrie mammarie (normalmente in seguito a grosse riduzioni) potrebbe rendersi necessario un breve intervento di revisione.
Anche la mastoplastica riduttiva è soggetta alle complicazioni più comuni in chirurgia (ematoma, infezione, difetti di guarigione), ma anche ad alcune più specifiche come, ad esempio, la perdita parziale o totale dell’areola o del capezzolo e/o di altre aree del seno in seguito a necrosi, che sono comunque eventi piuttosto rari.
La mastopessi solleva e rimodella le mammelle flaccide e cadenti (ptosi mammaria). La correzione di tale difetto determina la comparsa di cicatrici cutanee di varia estensione a seconda della tecnica utilizzata. In alcuni casi grazie all’aumento di volume che si può ottenere con l’impiego di una protesi, si riesce a limitare la cicatrice alla sola areola. Se le mammelle sono molto rilassate vi è necessità anche di una cicatrice verticale, dall’areola sino al solco inframammario e talvolta di un’altra lungo il solco inframammario.
Dopo l’ intervento è normale che la sensibilità dell’ areola e del capezzolo diminuisca; questo inconveniente di solito è transitorio e si risolve spontaneamente dopo alcuni mesi. La funzione dell’ allattamento generalmente permane, ma non è assicurata (dipende dal tipo di intervento). Il risultato estetico dell’operazione potrebbe essere compromesso (almeno parzialmente) da una successiva gravidanza. E’ comunque buona norma far uso del reggiseno. Dopo la dimissione é necessario seguire scrupolosamente le istruzioni date dal medico e sottoporsi a medicazioni e controlli sino alla completa guarigione.
Per lo più la qualità delle cicatrici è ottima, ma, a volte, a causa di una particolare reattività individuale, aumentano di consistenza e di spessore (cicatrici ipertrofiche o cheloidee) e/o si allargano. In rari casi le cicatrici potrebbero richiedere un breve intervento di revisione, a distanza di tempo. Anche la mastoplastica riduttiva è soggetta alle complicazioni comuni a tutti gli interventi chirurgici (ematoma, infezione, difetti di guarigione) e ad alcuni più specifici come ad esempio la rara perdita parziale o totale dell’areola o del capezzolo e/o di altre aree della mammella.
Si definisce ginecomastia il quadro clinico nel quale la mammella maschile assume caratteristiche femminili, specie per quanto riguarda il volume e la prominenza. La ginecomastia può essere causata da un aumento della componente ghiandolare, di quella adiposa o di entrambe. L’ipertrofia ghiandolare è normalmente di origine genetica,.ma non è raro osservarla, di solito transitoriamente, nel periodo dello sviluppo. In alcuni casi essa può essere provocata dall’assunzione di farmaci che interferiscono con la produzione di ormoni androgeni o estrogeni (ad esempio nei body builder). Se l’accrescimento della ghiandola si è stabilizzato è necessario procedere alla sua rimozione attraverso un’ incisione eseguita attorno all’areola che, di rado, può essere estesa anche sino al solco inframammario. Più frequentemente l’aumento di volume del petto maschile è provocato da un’ipertrofia della componente adiposa, il cui trattamento è di norma la liposuzione.
Dopo la dimissione é necessario seguire scrupolosamente le istruzioni impartite dal medico, indossando un’apposita fascia allo scopo di permettere un corretta retrazione dei tegumenti e sottoponendosi a medicazioni e controlli sino alla completa guarigione. Dopo l’intervento sono normali lividi e gonfiore, che si riassorbono nel tempo. E’ possibile che la sensibilità dell’ areola e del capezzolo diminuisca, ma nella maggior parte dei casi essa torna normale dopo alcuni mesi.
Nel caso vi sia una ipertrofia della ghiandola mammaria e si renda quindi necessario eseguire un’incisione, la risultante cicatrice è, di solito, di ottima qualità, ma, a volte, a causa di una particolare reattività individuale, essa potrebbe aumentare di consistenza e di spessore (cicatrici ipertrofiche o cheloidee) e/o potrebbe allargarsi. In tali rari casi si può rendere necessario un semplice intervento di revisione, a distanza di tempo, che però non sempre permette di eliminare il difetto. Se invece la ginecomastia è provocata da un aumento della componente adiposa (del grasso) le possibili complicanze, veramente rarissime, sono sovrapponibili a quelle di qualsiasi liposcultura (ematomi, infezioni, ecc). Inoltre se la cute non ha sufficiente elasticità, dopo l’intervento potrebbe risultare in eccesso con la formazione di leggere pieghe ed irregolarità.
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